Cous cous, il piatto simbolo
In un mondo sempre più globalizzato, dove di contro ogni giorno assistiamo all’accentuarsi di conflitti che hanno radici nelle differenti identità religiose e culturali, il cous cous anche in questo assurge ad un ruolo di medium culturale. Esso infatti diviene tra i popoli diversi per religione e tradizioni culturali, portatore di valori universali: la pace, l’integrazione multi-culturale e la fratellanza. Questo cibo, considerato “il piatto della pace”, è diffuso in un area geografica dove vengono professate le tre principali religioni monoteistiche: il cristianesimo, l’islamismo e l’ebraismo. Tutti i riti e le cerimonie legate alla preparazione e al consumo del cous cous hanno origine dalle credenze religiose e da valenze sociali espresse attraverso rituali antichi che accomunano gli uomini nel consumo del piatto. Il cous cous è anche un piatto di festa, in quanto considerato portatore di baraka, una forza benefica di origine divina. In molti paesi islamici il cous cous accompagna tutte i momenti più importanti della vita dell’uomo. Esso infatti viene servito e consumato ritualmente in occasione delle cerimonie per la nascita di un figlio, per l’unione in matrimonio e nei banchetti offerti, nella tradizione musulmana, durante i funerali di un congiunto.
Convivialità
Ricetta della festa e dei riti, si consuma in famiglia da un unico piatto, attingendovi con le mani, ed è preziosa occasione di incontro e convivialità. In molti paesi è servito e consumato in occasione di cerimonie importanti, quali la nascita di un figlio, il matrimonio, i banchetti offerti durante i funerali di un congiunto.
Abbondanza e fertilità
Cibo del Venerdì e delle celebrazioni che segnano la fine del Ramadan, viene associato anche ad un’idea di abbondanza, fertilità, fedeltà e benedizione divina.
Unione
I granelli di semola si incocciano insieme attraverso un movimento rotatorio della mano per diventare cous cous. Un gesto che raccoglie i chicchi, li abbraccia, li unisce.
Integrazione
Dalle cucine del nord Africa al Continente europeo, il cous cous è fil rouge di civiltà. Tante ricette, quanti sono i Paesi e i popoli dove è approdato, tanti nomi per un piatto che travalica i confini per diventare simbolo di integrazione e pace. È diffuso in un’area geografica in cui vengono professate le tre principali religioni monoteistiche – cristinesimo, islamismo ed ebraismo – motivo per cui si fa portavoce di valori universali: l’integrazione muticulturale, la fratellanza, la condivisione reciproca.
Miti e leggende
Il cous cous piatto dell’amore
Una leggenda narra che re Salomone, innamorato non corrisposto della regina di Saba, guarì dal mal d’amore e dalla sua inappetenza assaggiando il cous cous. Da questo racconto iniziò a essere considerato il “piatto dell’amore”.
Il piatto che nasce dal mare
Un’altra leggenda racconta che il cous cous nasce dal mare. Una donna mentre faceva il bagno venne a sapere, da un piccolo topo, dell’esistenza di una particolare sabbia che si poteva mangiare. I granelli gialli che costituivano la spiaggia altro non erano se non una semola di grano giunta da una vecchia nave sprofondata negli abissi. Da quel giorno la popolazione del villaggio visse nell’abbondanza.
La semola guaritrice
A Damasco, nel primo secolo dell’era musulmana, un viaggiatore soggiornò da un erudito della città. Il maghrebino si ammalò e la guarigione tardava. Il profeta Muhammad, venuto in sogno una notte, suggerì all’erudito di dar da mangiare del cous cous al viaggiatore. L’ammalato guarì, contribuendo così a incrementare l’aspetto mitico e simbolico che viene attribuito al cous cous.